Luciano Ratto
Per quanto riguarda il Club 4000, la qualifica di fondatore non basta.
E’ stato a lungo la vera anima del Club.
Ma la fondazione del Club poggiava su un capitolo precedente, indispensabile, e cioè la formulazione di una lista oggettiva e solida dei 4000 delle Alpi.
A questi due capitoli sono legati i ricordi più intensi della mia collaborazione con Luciano.
Ma vediamo le cose dall’inizio.
Esattamente trent’anni fa un gruppetto di appassionati tra cui Luciano Ratto, l’indimenticabile Gino Buscaini, che sarà determinante per l’approvazione della nostra lista dei 4000 da parte dell’UIAA, e chi scrive, partivano alla volta di Martigny per incontrare gli esperti delle delegazioni svizzera e francese e arrivarealla lista definitiva dei 4000.
Ci accomodammo nel salone di un confortevole albergo della città, un compito funzionario ci avvisò della disponibilità di cibi e bevande in qualunque momento, ci augurò buon lavoro e la porta si chiuse dietro di lui.
L’atmosfera era unica.
Chissà, forse in quei momenti provammo un qualcosa che poteva dare un’idea dell’ambiente in cui si svolgevano le lontane riunioni ottocentesche delle società geografiche, quando le esplorazioni regalavano di continuo nuove conoscenze e motivi di studio.
La lista degli 82 venne approvata dall’UIAA e partì il secondo capitolo della vicenda.
Le riunioni al Monte dei Cappuccini per la eventuale costituzione di un Club 4000 si susseguirono a ritmo intenso, ma la forza propulsiva era soprattutto quella di Luciano, coadiuvato da Piero Rosazza, Daniela Formica, Franco Bianco, Paolo Stroppiana, Flavio Melindo e tanti altri amici.
Le riunioni costitutive cedettero finalmente il posto alle riunioni del Consiglio del Club ormai costituito.
Sole e nubi temporalesche si alternavano in quelle riunioni: Luciano Ratto quando lo riteneva necessario non risparmiava rimbrotti all’operato dei consiglieri, ma penso che furono proprio gli spigoli del suo carattere a stimolarci e a fare avanzare la navicella del Club.
A ogni riunione il numero dei soci cresceva, e così pure il carattere internazionale della nostra associazione.
L’ultima esperienza di collaborazione con Luciano è di pochi anni fa e si può dire, tanto per restare nel tema, che segnò un incremento di quota: Luciano un giorno mi telefona e mi propone di provare a stilare una lista razionale e motivata degli 8000 e poi chissà, le probabilità erano minime, ma poteva anche diventare una lista accettata ufficialmente.
La cosa mi interessò: poteva essere logico, effettivamente, ripetere sulle montagne più alte in assoluto lo stesso processo che aveva avuto luogo tanto tempo prima nelle Alpi, quello di passare dal concetto istintivo e generico di massiccio, nato tra gli abitanti delle valli montane, al criterio più specifico di vetta singola, utile per mettere ordine nel mondo alpinistico, quando sulle vette si iniziò a salirci.
Non solo, ma sappiamo bene che il numero degli Ottomila è venuto fuori in modo estemporaneo, sulla base di considerazioni e impressioni individuali, senza una base di criteri razionali e oggettivi, e questo fatto è stato fonte di confusioni e fraintendimenti (lo stesso Luciano Ratto osservava che il numero degli 8000 è venuto fuori da congiunzioni astrologiche).
La lista venne fuori con un numero accresciuto di 8000 rispetto alla tradizione.
Anche con l’aiuto di Pier Giorgio Oliveti la nostra proposta venne discussa e incontrò favori pressoché generali in un congresso a Kathmandu.
Ci fu solo qualche remora da parte dei rappresentanti dell’India, ma limitatamente a questioni burocratiche.
A casa nostra le cose andarono diversamente.
Chi aveva salito tutti i 14 ottomila della tradizione fece capire che un aumento del loro numero personalmente non gli garbava per niente, ma senza supportare il suo discorso con argomenti oggettivi ed espliciti. E la vicenda degli 8000 terminò lì.
Comunque Luciano non rinunciò mai al progetto: soltanto alcuni mesi fa, nel settembre 2022, mi telefonò per propormi di riprendere il progetto Ottomila sulla base di nuove (e interessanti) considerazioni.
Terminata la telefonata un pensiero mi si imponeva alla mente: gli anni passavano – e sulle spalle di Luciano di anni ne erano passati ormai tanti - ma il suo entusiasmo e la sua la forza propulsiva non avevano la minima intenzione di arretrare.
Roberto Aruga
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